Dal vecchio sito di MUSICA FOLLIA, memori di antichi splendori, abbiamo recuperato recensioni, interviste e retrospettive da riportare alla luce (Lux Aeterna) periodicamente ripubblicheremo questi scritti, realizzati con passione e dedizione!
ROUGH CUTT 'Rough Cutt' (Warner Bros, 1985)
Una band eccezionale che però non ha avuto la fortuna dalla sua. Ai californiani Rough Cutt non è bastato l’aiuto di Dio, e non è un gioco di parole. Ronnie James Dio, li aveva notati e aiutati ad avere un contratto major, tanto che il management è proprio quello della moglie di Dio. Il fiore all’occhiello di questa band era l’ottimo cantante Paul Shortino, dalla voce calda e ruvida, che riusciva a trasmettere brividi anche agli ascoltatori che storcevano il naso verso il rock americano. In effetti i Rough Cutt erano più propensi a canzoni dirette e dal cuore hard, piuttosto che a facili cori glam o ruffiani. Era forse l’immagine che aveva tradito il pubblico ma vi garantisco i Rough Cutt facevano hard rock !!
Provate ad ascoltare l’iniziale ‘Take Her’, è quasi più vicina ai Judas Priest di Turbo ( in effetti il produttore è Tom Allom ) che al genere americano in voga nella metà degli anni 80. Anche la cover di ‘Piece Of My Heart ‘ è una perla che da un gruppo debuttante nessuno si aspettava. Quando si cerca la melodia personale e non artefatta allora si passa al metal de luxe di ‘Never Gonna Die’ & ‘Dreamin’ Again’, e qui si parla di classici del genere.
La performance di Paul Shortino e soci è assolutamente devastante e il gruppo si fa cosi apprezzare dagli ascoltatori più attenti. Potente anche in ‘Cutt Your Heart Out’, la band dimostra di non volersi trincerare dietro le solite pose e tutto questo è confermato da ‘Black Widow’. Il refrain e il coro di ‘You Keep Breaking My Heart’ è puro metal in stile Malice. Si signori i Rough Cutt avevano personalità, quella dote che molti gruppi dell’epoca non avevano, ma nonostante tutto non è stata data loro la possibilità di durare a lungo.
Converrete con il sottoscritto che a distanza di anni questo lavoro deve essere rivalutato e che all’ascolto risulta essere ancora fresco e pieno di idee. Purtroppo già con il lavoro successivo i Rough Cutt virarono verso sonorità più leggere e vista la risposta negativa del mercato la band calò mestamente la bandiera. Il colpo finale fu l’abbandono di Shortino, il quale si accasò ai Quiet Riot.
Personalmente ho un documento live della band datato 1996, dove si parla di un III capitolo della riformata band, ma ad oggi mi sembra che nulla sia uscito. Peccato perché i Rough Cutt avevano qualcosa di speciale.
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Pubblicato originariamente il 01-02-2004 CLICCA QUI
(testo di Massimo Bettinazzi)
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