Mumford & Sons
Folk da brividi
Dopo dieci anni di attesa
e un sold out lampo dei biglietti in pochi giorni
i Mumford & Sons hanno riaperto le porte dell’Arena di Verona con un’energia autentica e priva di fronzoli. Luci essenziali, palco minimalista, e una band che lascia parlare la sua musica.
Il live è iniziato intorno alle 22:12, un leggero ritardo dovuto al meteo, ma una volta partiti i primi accordi, l’attesa è svanita
La scaletta è un perfetto equilibrio tra nuovo e vecchio, spaziando tra brani freschi da Rushmere (“Rushmere”, “Caroline”) e i classici intramontabili: “Little Lion Man”, “Babel”, “The Cave” e “I Will Wait”
Il trio – Marcus Mumford, Ben Lovett e Ted Dwane – ha dimostrato coesione e passione, trascinando il pubblico in un crescendo emotivo sempre più coinvolgente
Rushmere ha aperto la serata con potenza folk, seguita dai cori scatenati di "Little Lion Man"
La sessione acustica “one mic, one soul”, come da tradizione, ha catturato l’attenzione: Awake My Soul, Reminder, Timshel hanno toccato corde intime Chiusa ideale con “I Will Wait”, un momento corale dove migliaia di voci si sono fuse sotto il cielo veronese
L’Arena: perfetta cornice
Un anfiteatro simbolo, senza scenografie elaborate ma con un’acustica magnetica. Le luci sospese sopra di loro hanno fatto da trait d’union tra palco e cuore del pubblico . Una scelta scenica che ha portato tutta l’intimità della band al centro, senza distrazioni.
Se ami il folk-rock sincero, fatto di emozioni autentiche e live coinvolgenti, questo evento è stato un regalo. I Mumford & Sons non solo hanno confermato la loro maestria, ma l’hanno fatto esaltando le radici e guardando al futuro con Rushmere. Chi c’era parla di due ore in cui la musica è risuonata con tutta la sua potenza e delicatezza insieme
Mumford & Sons nasce a Londra nel 2007, guidata da Marcus Mumford (voce, chitarra e batteria), insieme a Ben Lovett, Winston Marshall (poi uscito nel 2021) e Ted Dwane. Con il loro folk-rock energico e melodico, esplodono sulla scena nel 2009 con l’album Sigh No More, trainato dal singolo "Little Lion Man".Il successo mondiale arriva con Babel (2012), che vince il Grammy per Album dell’Anno. La band evolve poi verso sonorità più elettriche con Wilder Mind (2015), dimostrando versatilità senza perdere la forza emotiva dei testi.Nel 2025 tornano con Rushmere, segnando un ritorno alle radici folk, ma con una maturità artistica evidente. Oggi, i Mumford & Sons sono una delle band più amate per la loro autenticità, energia live e liriche profonde.
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