Dall' ARCHIVIO della nostra webzine abbiamo scandagliato alcuni articoli e interviste realizzate e pubblicate in tempi non sospetti, quando ancora il web era un universo inesplorato e non si conosceva la parola social o community.
La nostra webzine in maniera pionieristica si è addentrata nei meandri più profondi della musica underground regalando ai propri lettori contenuti straordinariamente unici e originali ecco il motivo per il quale abbiamo deciso di ripescare questo prezioso materiale.
JULIETTE LEWIS & THE LICKS
‘YOU’RE MY SPEAKING MY LANGUAGE’ (Hassle Records)
Sex & Rock!
Mi sono innamorato di Juliette Lewis tanti anni fa, in qualche commedia americana di serie C, di cui ho dimenticato titolo e trama, ma non la sensualità e il carisma della protagonista. Lineamenti androgini, un corpo esile e vagamente ermafrodito e uno sguardo assassino, ecco i segreti di Juliette che poi si è presa Hollywood con ‘Kaliphornia’, ‘Strange Days’ (la scena dove, seminuda, canta un brano di PJ Harvey, vale più di mille bambole perfette e false da copertina, messe insieme) e soprattutto ‘Natural Born Killers’. Oggi, dopo un periodo di stanca, ha deciso di gettarsi nel mondo del rock, il suo primo amore.
Scelta forzata o studiata, sta di fatto che i suoi concerti diventano un campo di battaglia tra punk ed erotismo, con la nostra che esibisce in costume urlando e contorcendosi con il microfono.
Meno potente l’album, ma non per questo meno affascinante, dove emerge un rock che puzza di sevizie e bondage, tra riff e ritornelli con Blondie, Sex Pistols e The Cramps, tra le curve delle canzoni, con una band che macina energia e Juliette che azzanna e poi sputa fuori refrain. Mossa vera o studiata a tavolino, sta di fatto che il gioco, quaranta minuti scarsi, funziona e piace. Eccome se piace.
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