REWIND Echi dal Passato: Crown of Creation dei Jefferson Airplane – L’apice psichedelico di una generazione

 


Crown of Creation dei Jefferson Airplane – L’apice psichedelico di una generazione

Pubblicato nel 1968, Crown of Creation è molto più di un album: è un manifesto musicale che incarna lo spirito di un’epoca in fermento. Jefferson Airplane, guidati dall’inconfondibile voce di Grace Slick, portarono il rock psichedelico verso nuovi orizzonti, fondendo sperimentazione sonora, lirismo politico e visioni futuristiche in un’opera che ancora oggi risuona con una forza sorprendente.

Un viaggio tra sogno e disillusione

L’album cattura un momento di transizione. Da un lato, la speranza e l’idealismo della Summer of Love ancora echeggiano tra le tracce; dall’altro, si percepisce l’ombra della disillusione, una consapevolezza che il cambiamento sociale e culturale richieda una lotta più ardua. Questo contrasto emerge già dai primi brani, come Lather, una ballata malinconica e ironica che mostra la potenza narrativa della voce di Grace Slick.




Il cuore pulsante del disco

La title track, Crown of Creation, è un gioiello di ribellione, con testi tratti da La notte del tempo di John Wyndham, che intrecciano temi distopici e critiche al conformismo. La musica è un turbine di chitarre distorte e linee di basso pulsanti, che si fondono con le armonie vocali per creare un’atmosfera magnetica. È come se il gruppo stesse dichiarando: “La rivoluzione non è solo possibile, ma necessaria.”

La magia di Grace Slick

La voce di Grace Slick è la vera protagonista. La sua interpretazione è ora eterea, ora infuocata, in grado di evocare sogni e incubi con la stessa intensità. In brani come Triad – un pezzo controverso scritto da David Crosby – esplora temi audaci per l’epoca, portando avanti la bandiera della libertà personale e dell’anticonformismo.

Innovazione sonora e sperimentazione

L’album si distingue anche per l’audace produzione. Le chitarre di Jorma Kaukonen e Paul Kantner intrecciano un tappeto sonoro caleidoscopico, mentre il basso di Jack Casady aggiunge profondità e complessità. Brani come House at Pooneil Corners spingono i confini del rock psichedelico verso una dimensione quasi cinematica, unendo esplosioni strumentali a testi apocalittici.




Un’eredità immortale

Crown of Creation non è solo un album iconico per i Jefferson Airplane, ma una capsula temporale che trasporta l’ascoltatore nel cuore degli anni Sessanta. È un’opera d’arte che riesce ancora a sfidare, ispirare e commuovere, dimostrando che i temi di ribellione, libertà e trasformazione sono universali e senza tempo.

Per chiunque voglia capire cosa significava vivere in un’epoca in cui la musica era il fulcro del cambiamento culturale, Crown of Creation rimane un’esperienza imprescindibile.



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Recensione by Mirko DeFox




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